Nonostante siano ormai chiarissimi i vantaggi della sigaretta elettronica come coadiuvante alla disassuefazione del tabagismo, ancora numerosi sono i dibattiti sulla sua pericolosità. Andiamo ad esaminarli più da vicino.
La sigaretta elettronica è dannosa per chi ti sta intorno?
Innanzitutto è bene chiarire che la moderna ricerca medica ha posto un distinguo importante tra il cosiddetto “fumo passivo” e la recente scoperta di un nuovo fenomeno chiamato “fumo di terza mano”, che da poco ha rimesso in discussione la pericolosità ambientale a lungo termine del fumo di sigaretta.
Per fumo passivo, o “fumo di seconda mano”, si intende l’inalazione involontaria di una certa quantità di fumo, da parte dei soggetti vicini al fumatori. Le sostanze tossiche contenute in questa forma appunto passiva di fumo, vanno dalla nicotina a tutti gli altri prodotti della combustione del tabacco, in alcuni casi resi perfino più pericolosi dall’immediata metabolizzazione che avviene nei polmoni del tabagista durante l’inalazione. Nel caso della sigaretta elettronica questo fenomeno è praticamente inesistente, datosi che non vengono bruciati né il tabacco, né la carta, né il filtro presenti normalmente nelle sigarette, che sono i responsabili della quasi totalità dei danni a carico degli astanti passivi.
Diverso problema è invece quello del “fumo di terza mano”: questo tipo di fumo passivo, è infatti un forma di inquinamento ambientale molto più dilazionata nel tempo, in grado di persistere per mesi negli ambienti dove abbiano vissuto tabagisti abituali, specie quando la nicotina è assorbita su sostanze assorbenti come legno o carta da parati, in grado di rilasciarla gradualmente nel tempo. Nel caso della sigaretta elettronica la nicotina è comunque presente, anche se non è chiaro quale sia il ruolo di questa sostanza nel determinare i danni causati dal fumo di terza mano, e quanto invece non sia invece semplicemente comprimario a quello dei prodotti della combustione del tabacco.