I fondi per la crisi che arrivano dai vari progetti per aiutare le diverse zone in difficoltà non hanno fatto presa presso il grande pubblico, ma non perchè non siano efficaci, ma per l’antieconomicità che questi rappresentano per le banche. La richiesta massima di finanziamento in Sicilia per i fondi Jeremie 2007/2013 acronimo che sta per Joint European Resources for Micro to Medium Enterprises, è di 25 mila euro e ciò non conviene agli istituti che si ritrovano un margine di guadagno inferiore a quello investito anche a livello di formazione del personale. Quindi l’occasione non viene “sponsorizzata” e perciò la diffusione latita, con il rischio del rientro alla base dei capitali stanziati e del pericolo per futuri progetti per la regione potenzialmente giudicata “inefficiente” da Bruxelles. Ma se la Sicilia ha questo problema, la Campania forse ha uno spiraglio in più. A sua disposizione, infatti ci sono 156 milioni dei quali 85,5 in mano a Unicredit. Ebbene in quest’ambito poco meno di un terzo del totale è arrivato alle imprese contro lo 0 della Calabria che aveva a disposizione 45 milioni ma non aveva tra i suoi partners Unicredit bensì il Banco di Napoli e il Banco del Mezzogiorno. Ma anche il resto d’Italia vede questa situazione paradossale. E’ il caso della Lombardia , zona da sempre ritenuta più “florida” dove a disposizione delle Pmi sono 31,5 milioni. Ma le domnande ancora scarseggiano. E in tutta Europa va meglio, anche se in realtà, l’unica che è andata addirittura oltre il capitale stanziato (100 milioni) è la Romania, con 115.